Allo sportello c'è il chitarrista Dario Di Stasi, tornato in Molise dopo cinque anni a Manchester:
"Già all'estero vedevo Poste come motivo ideale di un ritorno in Italia. Con i cittadini ho avuto da subito un rapporto di grande empatia"
Con 99 residenti censiti al 1° gennaio 2024 (fonte Istat), Provvidenti è il comune più piccolo della provincia di Campobasso per numero di abitanti (il secondo in Molise dopo Castelverrino). In queste realtà l'ufficio postale rappresenta da sempre non solo un servizio, ma anche un luogo di aggregazione. Da qualche mese allo sportello è arrivato Dario Di Stasi, che ama definirsi "uno sportellista un po' rock". Il dipendente spiega subito l'importanza che riveste l'ufficio postale in una realtà così piccola: "Ci sono pochissime attività e la presenza di Poste è un presidio essenziale alla vita sociale del paese. Forse è per questo motivo che con i cittadini ho avuto da subito un rapporto di grande empatia". Trentanove anni, di Casacalenda, Dario si è laureato in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali all'Università La Sapienza. Nel 2012 ha pubblicato un libro sulla crisi economica che stava interessando l'Europa. Poi un Master a Bologna in Gestione d'Impresa e la prima esperienza nel mondo del lavoro, nel marketing di una grande azienda vinicola. Nel 2014 tuttavia sente il bisogno di misurarsi con una realtà diversa e si trasferisce all'estero, più precisamente a Manchester, dove consegue un secondo master in Risorse Umane e lavora per una delle aziende di e-commerce più grandi al mondo. Fuori dal lavoro, a Manchester Dario riesce anche a coltivare la sua più grande passione: la musica. È qui che prende vita, infatti, la Dario Distasi Band. "La genesi di questo gruppo – dice scherzando - sembra una barzelletta vecchio stile: c'erano un irlandese, un inglese, un australiano e un italiano. Con loro ho suonato soprattutto nel Northwest del Regno Unito, nei locali e in festival organizzati da Cancer Research, per la quale sono stato anche volontario". A Manchester Dario è arrivato a esibirsi al Royal Northern College of Music, uno dei principali conservatori nel mondo, dove è stato finalista di Open Mic UK, un concorso nazionale per cantautori. Dario racconta come è nata la passione per la musica, in particolare per la chitarra: "Sin da piccolo, dopo un primo contatto con il pianoforte e poi con la batteria, è stata la chitarra a stregarmi. Avevo 9 o 10 anni quando ascoltai il riff di un brano di Bryan Adams. Fu in quel momento che decisi che sarei diventato un chitarrista. Dopo gli studi con il grande chitarrista jazz Nicola Cordisco, con Gianni De Chellis e poi con William Stravato al Saint Louis di Roma, ho proseguito diplomandomi alla scuola di alto perfezionamento di Alex Stornello. Nel frattempo, avevo iniziato a studiare canto, perché il mio vero obiettivo era diventare il chitarrista di me stesso". Tornando alla sua esperienza oltremanica, in Inghilterra rimane fino al 2019. Poi il richiamo del Molise è troppo forte: "A Manchester ho realizzato tanto, anche a livello umano. Tuttavia, verso la fine di questo capitolo ho avuto la sensazione che si trattasse appunto di una bellissima storia che, come tutte, ha un inizio e una fine". Tornato in Italia, decide di inoltrare la candidatura per lavorare in Poste: "Già negli anni in Regno Unito vedevo Poste come motivo ideale di un ritorno in Italia. Un'azienda solida, in continua evoluzione e che scommette molto sui giovani. Poste è un universo a parte e a mio parere non vedo, almeno in Italia, nessun'azienda che offra una varietà di prodotti e servizi così ampia e diversificata. Questo vuol dire che c'è tantissima conoscenza e una molteplicità di occasioni di crescita professionale". Sul suo lavoro: "Amo soprattutto il rapporto con la gente, sono quello che nel Regno Unito si definirebbe una "people person". Ogni cliente ha richieste particolari e ha bisogno di sapere che dall'altra parte c'è una persona che lo ascolta con attenzione, ma che è anche preparata e in grado di risolvere probelmi". Infine, i suoi progetti per il futuro, in Poste e nella musica. "Lavorare in una realtà in continua evoluzione come Poste significa senza dubbio saper essere duttili e pronti al cambiamento. Significa anche essere in grado di sfruttare le molte opportunità di crescita che l'azienda offre, cosa che cercherò di fare. Nel frattempo, continuerò a scrivere musica, che pubblicherò sicuramente da solista. In questo momento però, non vedo l'ora di suonare live con una nuova band, i Nowhere Avenue, che sta prendendo forma proprio in questi mesi ed è una creatura formata da ottimi musicisti molisani".