Una ferita ancora aperta nella cronaca nera italiana

Campobasso/Ferrazzano, 28 Aprile 2025 - Una ferita ancora aperta nella cronaca nera italiana, un anniversario che rievoca un incubo: 28 aprile 2005. Esattamente vent'anni fa, Angelo Izzo, già noto per l'efferato massacro del Circeo, tornava a seminare morte e terrore a Ferrazzano, in provincia di Campobasso. Con la complicità di Luca Palaia, Izzo assassinò brutalmente Maria Carmela e Valentina Maiorano, madre e figlia, soffocandole e tentando di occultarne per sempre i corpi, seppellendole nel giardino della villetta teatro dell'orrore.
Quella di Ferrazzano fu una tragica eco, un macabro déjà-vu che, a trent'anni di distanza, richiamò alla mente l'atrocità del Circeo, avvenuto a metà degli anni Settanta. Angelo Izzo, il serial killer che in Molise replicò, nei fatti, quell'indicibile violenza, venne trasferito nel carcere di Velletri poche settimane dopo i nuovi omicidi.
Da allora, il penitenziario di Velletri è diventato la sua prigione definitiva. Lì si è sposato e poi separato, ha trovato un rifugio tra i libri e, periodicamente, torna a far parlare di sé attraverso interviste, libri o deposizioni in tribunale. Izzo sta scontando un nuovo ergastolo, che si aggiunge a quello già ricevuto per il Circeo. Il suo è un caso più unico che raro in Italia: è uno dei pochissimi detenuti ad aver trascorso cinquant'anni dietro le sbarre.
Il prossimo 23 agosto compirà 70 anni, la maggior parte dei quali trascorsi in cella. Quando tornò a uccidere in Molise, nel 2005, Izzo era in regime di semilibertà, una concessione ottenuta dopo trent'anni di reclusione per il Circeo. Ogni sera, avrebbe dovuto fare rientro nel carcere del capoluogo molisano. Invece, la sua sete di violenza si manifestò nuovamente, portando al nuovo arresto e ai successivi vent'anni trascorsi nel carcere di Velletri.
La vicenda di Angelo Izzo continua a interrogare e a turbare l'opinione pubblica, riaprendo ciclicamente il dibattito sulla giustizia, sulla riabilitazione e sulla pericolosità di individui capaci di commettere crimini così efferati. A vent'anni dagli omicidi di Ferrazzano, il ricordo di Maria Carmela e Valentina Maiorano rimane vivo, monito silenzioso contro l'orrore e la violenza.