L'uomo era vivo, era stato dimesso e, con una telefonata, ha persino chiesto alla figlia di andarlo a prendere mentre lei si trovava già presso un'impresa di pompe funebri

Campobasso, 3 maggio 2025 - Una vicenda a dir poco singolare, con risvolti quasi surreali, ha scosso l'ospedale 'Cardarelli' di Campobasso e ha rapidamente fatto il giro della nazione. Un uomo di 67 anni, ricoverato nel reparto di Medicina, è stato erroneamente dichiarato deceduto ai suoi familiari dall'ospedale. La realtà, però, era ben diversa: l'uomo era vivo, era stato dimesso e, con una telefonata, ha persino chiesto alla figlia di andarlo a prendere mentre lei si trovava già presso un'impresa di pompe funebri.
L'incredibile episodio ha immediatamente innescato un'indagine interna da parte della Direzione Strategica dell'Asrem (Azienda Sanitaria Regionale del Molise). L'obiettivo è fare piena luce sugli adempimenti e le procedure che devono essere rigorosamente osservate in ogni Unità Operativa dell'ospedale. A tal fine, è stato avviato un audit da parte del Risk manager dell'Azienda, in linea con le direttive ministeriali. Inoltre, per lunedì 5 maggio è stata fissata una sessione dedicata all'analisi approfondita del caso, con il coinvolgimento di tutte le figure professionali esperte in rischio clinico.
Il primario del reparto di Medicina, professor Gianluca Testa, ha espresso la sua profonda costernazione per il gravissimo errore, porgendo nuovamente le sue scuse ai familiari del paziente. "Abbiamo piena contezza di quanto accaduto – ha sottolineato il professor Testa – e abbiamo avviato, con i vertici aziendali, tutte le procedure necessarie al fine di identificare le cause profonde dell'evento che sembrerebbe essere classificabile come Near Miss, cioè un errore che ha la potenzialità di diventare evento avverso, ma che alla fine non ha conseguenze gravi per il paziente. Tali situazioni sono ancora più meritevoli di approfondimento anche se, fortunatamente, non conducono appunto a conseguenze gravemente dannose. Da subito abbiamo rafforzato ulteriormente le già previste procedure per la corretta identificazione dei pazienti. Tale area tematica è notoriamente uno dei principali fattori di rischio clinico per il cui governo esistono numerose raccomandazioni ministeriali e la loro applicazione è attualmente oggetto delle nostre verifiche".
La vicenda, che ha dell'incredibile, solleva seri interrogativi sui protocolli di comunicazione e identificazione dei pazienti all'interno della struttura ospedaliera. Fortunatamente, l'errore non ha avuto conseguenze tragiche per l'uomo, ma l'impatto emotivo sui familiari è stato indubbiamente forte. L'Asrem si è impegnata a fare chiarezza sull'accaduto e ad adottare misure ancora più stringenti per evitare che simili episodi possano ripetersi in futuro, garantendo così maggiore sicurezza e affidabilità nei confronti dei pazienti e dei loro cari.