Ulteriori tagli che coinvolgono 200 lavoratori a Termoli

ROMA/TERMOLI, 8 maggio 2025 - La Fiom-Cgil denuncia un'ulteriore pesante ondata di esuberi in Stellantis, parlando di un "inesorabile disimpegno" del gruppo dal territorio italiano. Dopo gli annunci di uscite incentivate per 50 lavoratori a Pratola Serra e 300 a Pomigliano D'Arco nelle scorse settimane, il sindacato segnala ora ulteriori tagli che coinvolgono 200 lavoratori a Termoli e ben 500 a Melfi.
A lanciare l'allarme, in una nota congiunta, sono Samuele Lodi, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile del settore mobilità, e Maurizio Oreggia, coordinatore nazionale automotive per la Fiom-Cgil. I sindacalisti esprimono forte preoccupazione per la continuità di una strategia che, a loro dire, sta svuotando gli stabilimenti italiani.
«Solo il 17 dicembre scorso era stato annunciato in pompa magna presso il ministero delle Imprese e del Made in Italy il cosiddetto Piano Italia che nelle enunciazioni dovrebbe garantire il rilancio del gruppo nel nostro Paese», ricordano Lodi e Oreggia, definendo tale piano non un vero piano industriale, ma «semplicemente una serie di annunci».
La realtà dei fatti, secondo la Fiom, è ben diversa: «Al momento, nei fatti, si sta determinando un incremento della cassa integrazione, nessuna discontinuità rispetto al passato con la mancanza dei necessari investimenti ed un costante svuotamento delle fabbriche, sono ben oltre 16.000 dal 2015. I nuovi modelli annunciati tardano ad arrivare e comunque non garantiranno la saturazione degli stabilimenti. Mentre, per quanto riguarda Termoli, nessuna novità è emersa rispetto al progetto della gigafactory».
La Fiom-Cgil esprime una forte critica verso la continuità di scelte e azioni ritenute errate da parte di Stellantis, sottolineando come queste stiano «gravando pesantemente sui salari delle lavoratrici e dei lavoratori, dal punto di vista delle prospettive ed anche dal punto di vista economico, dopo anni di ammortizzatori sociali». Per questo, il sindacato rivendica con forza l'integrazione salariale per i lavoratori in cassa integrazione.
Inoltre, la Fiom si dichiara contraria ai piani di uscite volontarie incentivate in assenza di un ricambio generazionale e di un piano industriale «chiaro e condiviso, che preveda nuovi modelli mass market».
Di fronte a questa situazione, la Fiom-Cgil ritiene «vada convocato con urgenza un incontro a Palazzo Chigi con la presidente del Consiglio per avviare un vero tavolo di confronto». Il sindacato lancia un monito sulla gravità della situazione: «Non si può continuare ad ignorare la realtà. Siamo dentro una una vera e propria emergenza nazionale e stiamo rischiando di perdere interamente il settore automotive determinando migliaia di esuberi anche nelle aziende della componentistica». La preoccupazione per il futuro degli stabilimenti italiani di Stellantis e dell'intero indotto automotive si fa sempre più pressante.