L’esercizio del portatore di informazione è difatti un impegno serio e di grande responsabilità

Nota ODG MOLISE:
Le elezioni del Papa, i referendum, le amministrative e qualche evento sportivo hanno distolto l’attenzione legata alla festa del 3 maggio: la libertà di stampa. A tal riguardo ci sentiamo di soffermarci sul fatto che come tanti altri Ordini, il molisano è da sempre impegnato nel sottolineare l’importanza della professione, senza entrare in polemiche ma riaffermando principi fondamentali del giornalismo.
L’esercizio del portatore di informazione è difatti un impegno serio e di grande responsabilità, che si fonda su principi deontologici imprescindibili: ricerca della verità, rispetto dei fatti e indipendenza. L’Ordine dei Giornalisti è da sempre impegnato nel garantire la professionalità della categoria e nel contrastare ogni forma di disinformazione, affinché i cittadini possano beneficiare di un’informazione libera e trasparente. Non a caso il 3 maggio è anche la nostra festa: quella del diritto a un’informazione corretta, essenziale per una democrazia sana e per la costruzione di una società consapevole. Per questi motivi dispiace notare nel panorama nazionale quanto la politica a volte, in modo disorientato, entri nelle nostre norme, cercando di fare pulizia, chiarezza, progresso. Nel leggere ad esempio la proposta di riforma della professione ferma alla Camera, non si parla ad esempio dell’accesso alla professione stessa, ma si pone al centro dell’attenzione, la composizione degli Ordini, le modalità di voto, le preferenze, gli elenchi, ma ripetiamo, non gli elementi fondamentali che la categoria chiede: l’accesso, il lavoro, i contratti, con le rappresentanze solo alla fine. Come in ambito regionale dove i concorsi sono pochi e le aspettative tante, dove a volte esercitare la professione è travisata da considerazioni che toccano il personale e non il generale. A volte ci sembra di notare come non si corra tutti uniti verso un’unica direzione, ma che ci si divida su beghe personali che non rasserenano gli animi ma favoriscano polemiche e ulteriori divisioni. C’è bisogno di serietà e di moralità. Verissimo. Lo siamo noi giornalisti che prima di essere tali e nel ricoprirne il ruolo: conosciamo e rispettiamo le regole che regolano la professione giornalistica, ci assumiamo la responsabilità delle pubblicazioni e delle informazioni fornite, presentiamo le notizie senza pregiudizi, rispettando il principio di equilibrio e di pluralismo delle opinioni e trattiamo con rispetto e sensibilità le persone coinvolte nelle notizie, evitando diffamazioni o ingiuste generalizzazioni, rispettando i minori, le vittime di reati, le disuguaglianze, riducendo le distanze tra politica e cittadini. Certo, a volte sbagliamo pure noi, ma probabilmente sarà pure colpa di qualcuno se 100 mila giornalisti italiani hanno ancora una legge degli anni ’60 e se molte norme, come quella degli uffici stampa sono ferme a 25 anni fa. Sarà pure colpa di qualcuno se alcune professioni come la nostra, delicata e fastidiosa, viene spesso boicottata e aggredita, solo perché entra nelle case delle persone. Ebbene, quando sbagliamo, ci sono le rettifiche, le denunce, gli esposti, ma lezioni di moralità le rispediamo al mittente. Ai giornalisti piacerebbe che questo requisito fosse ascrivibile a tutti, specie a chi ci rappresenta e che dovrebbe tutelarci, in tutte le istituzioni. Invece, capita che riportare una notizia, farci magari una critica, anche pesante, aggiungere satira, insomma condirla anche di elementi accattivanti, ironici, scateni reazioni fuori luogo che la categoria non merita. Nel festeggiare e ricordare il 3 maggio, ci piace anche abbracciare tutti i giornalisti, anche quelli scomodi, anche i “pericolosi”, quelli che ogni tanto magari devi richiamarli all’ordine, ma che nei fatti rendono non omologata tutta la bancarella. Poi se non possiamo scrivere qualcosa, magari ci aspettiamo che ce lo impongano le leggi e/o la magistratura. Per questa festa, giova ribadirlo, istituita contro le restrizioni o la soppressione dei media e in memoria dei giornalisti che hanno perso la vita alla ricerca di una notizia, la Giornata si focalizza sulla intelligenza artificiale con un evento svoltosi a Bruxelles il 7 maggio. E per l’occasione è opportuno ringraziare i giornalisti di questa regione che continuano ad offrire prodotti puliti, ad onorare la professione seppure con prodotti editoriali con tagli diversi, come è opportuno che passino in cavalleria continue richieste, telefonate e post con i quali si tenta di alimentare un’atmosfera del sospetto e del terrore che non appartiene alla stampa del Molise. Grazie